Scherma, musica e teatro contro il bullismo – la battaglia di Nova Aetas

Di solito, un gruppo di rievocazione nasce dalla pura e semplice passione per la Storia, e gli aspetti legati al presente arrivano in un secondo momento.
Non è stato così per i “Quattrocentisti” della Nova Aetas di Latina, gruppo che ha fatto della scherma storica la sua punta di diamante e i suoi membri si sono fatti notare al punto da aver partecipato come comparse alla serie televisiva internazionale “I Borgia”. Eppure l’associazione è nata con ben altri intenti.

Il presidente, Raniero Mariotti, nella vita istruttore di palestra, ci spiega il perché:
«Quando costituimmo il primo nucleo, nel 2008, non eravamo che un gruppo di appassionati di Storia con l’obiettivo di utilizzare il gioco di ruolo ed altre attività come armi contro il bullismo e la dispersione scolastica. Ben presto, però, soprattutto andando direttamente nelle scuole, ci siamo accorti che il gioco di ruolo non portava alcun miglioramento, anzi, molte volte aggravava la situazione allontanando i ragazzi dalla realtà: i miti e i simboli sono tutto per gli adolescenti, e quelli di oggi sono già abbastanza plagiati dal modo con cui i media, soprattutto i videogiochi, sfruttano questo loro mondo interiore piegandolo verso il gusto per la violenza. Così abbiamo optato per la rievocazione storica, non soltanto a motivo delle attività che offre, come la scrima [la scherma medievale e rinascimentale], la musica e il teatro, più sane e responsabilizzanti, ma perché permette al ragazzo di sentirsi realmente in un mondo diverso da quello in cui vive, con meno comodità e tecnologia ma fatto di materia e relazioni.»

Nova Aetas ha comunque conservato gli antichi canali, e collabora tuttora con le scuole medie e superiori a diretto contatto con i ragazzi.
«Noi, però, non andiamo a parlare loro di bullismo,» precisa Raniero Mariotti. «Il nostro è un approccio più pratico e meno “ostentato”: ci limitiamo a presentare le attività e ad invitare i ragazzi ad aderire. Il nostro mezzo di lotta al bullismo sono le attività stesse, strumento di l’aggregazione giovanile e scuola di rispetto, ma anche occasione per loro di esercitare la creatività, soprattutto per quanto riguarda il teatro e la musica. Nel contesto di un corso di scrima, i duellanti si trovano esattamente sullo stesso piano, con regole molto precise da rispettare: così il ragazzo timido diviene più sicuro di sé, e il bullo viene messo al suo posto, essendo allo stesso livello del suo avversario.»

L’abitudine al contatto con gli adolescenti permette anche di imparare a conoscere i meccanismi del bullismo, che in Italia sta assumendo una portata preoccupante, riflettendo le disparità sociali portate dalla crisi economica e la condivisione di una cultura deviante e deviata sia dal bullo sia dalla vittima: basta pensare che dai 55 ai 75 giovani all’anno tentano il suicidio per aver subito atti di bullismo.
«Purtroppo il bullismo esiste da quando esiste l’uomo,» osserva Raniero, «perché si tratta essenzialmente di aggressività ripetuta da parte di qualcuno considerato più potente nel contesto di un gruppo verso un altro soggetto più debole. L’aggressività in sé non è niente di nuovo o di grave, perché è insita negli adolescenti, soprattutto nei maschi: il problema è incanalarla ed educarla, attraverso la famiglia e la scuola, o comunque figure forti che possano essere dei punti di riferimento. Spesso, però, queste figure mancano, e i ragazzi si ritrovano spesso lasciati a se stessi.»

In questo contesto, soprattutto la scherma medievale e rinascimentale assume un ruolo formativo molto importante:
«A differenza di quelle che vengono comunemente definite “arti marziali”, la scrima ha regole molto severe per il suo stesso background storico e la lealtà assume un ruolo di primo piano, e non è possibile fare un discorso di potere, conta solo l’abilità. Ciò è utile soprattutto per i ragazzi insicuri, perché ne fa crescere l’autostima e lo rende indipendente, insegnando loro a difendersi da soli. Una volta, ad esempio, mi capitò di aver incontrato un ragazzo che, dopo una presentazione in una scuola, venuto a chiedermi di iscriversi al corso di scrima, non mi guardava mai in faccia; pian piano si è sciolto e ha acquistato sicurezza, fino a diventare uno dei miei migliori allievi. Così come mi è capitato un bullo che, durante una lezione, ha provato ad attaccarmi, ma è bastato un mio sguardo per rimetterlo al suo posto.»

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