Benevento Longobarda – una Rievocazione per tutti

a cura di Federica Garofalo

“Longobardi per l’Italia”, parte 5

15000 presenze: è stato questo il bilancio complessivo dell’edizione 2015 di Benevento Longobarda, evento di rievocazione storica a cura dell’omonima associazione culturale.

Numero niente male per la capitale del Sannio, un territorio che ne ha viste di cotte e di crude nel corso della sua storia, dalle due cruenti battaglie tra Sanniti e Romani e che vide alla fine l’aquila trionfante, fino ai Longobardi i quali la elessero a capitale del loro dominio del Sud Italia. Ed è appunto a questo momento così importante, la seconda metà dell’VIII secolo, quello cui appartiene la chiesa di Santa Sofia, dall’UNESCO elevata a Patrimonio dell’Umanità e inserita nel circuito Italia Langobardorum, che sono stati dedicate ben quattro dense giornate di rievocazione, dal 25 al 28 giugno.
«Si tratta di un evento nato dal basso – spiega Alessio Fragnito, presidente dell’associazione, – dall’iniziativa di un gruppo di cittadini, soprattutto giovani, proprio in seguito all’iscrizione di Santa Sofia nel circuito Italia Langobardorum nel 2012. La nostra intenzione era di attirare l’attenzione di Beneventani e non, su un monumento e su un periodo, quello arechiano, altrettanto fulgido, ma, almeno all’epoca, meno conosciuto di tanti altri.»

La particolarità di questa rievocazione è stata quella di coinvolgere fin dall’inizio il maggior numero di persone possibile, al di là dello “zoccolo duro” dei soci di Benevento Longobarda: ad esempio dando la possibilità ai visitatori, adulti e bambini, di noleggiare un costume e di partecipare ai vari “momenti spettacolari” della manifestazione; oppure affiancando aspetti divulgativi come quello dei banchi didattici ad altri prettamente di attrazione come la Processione delle Reliquie di Sant’Eliano, o la Contesa (torneo) tra quattro Fare con duelli a piedi o a cavallo. È evidente che questo implica l’impossibilità di essere filologici al 100%.
«È una scelta che abbiamo voluto fin dall’inizio – sottolinea Alessio Fragnito. – Nella prima edizione, in particolare, decidemmo di “spalmare” la rievocazione nel corso dell’anno con tre momenti spettacolari: l’incoronazione di Arechi II, il suo matrimonio con Adelperga figlia di Desiderio e la traslazione da Costantinopoli a Benevento delle reliquie di Sant’Eliano. Abbiamo voluto che fosse un evento cui partecipasse l’intera città di Benevento, così abbiamo coinvolto anzitutto le scuole, poi circoli, associazioni culturali e di spettacolo, gruppi sportivi, cioè in tutto dalle 80 alle 120 persone: quest’anno, ad esempio, hanno partecipato anche i soci del circolo rugby di Benevento e alcune associazioni di disabili. Siamo consapevoli dei limiti che implica la scelta di puntare sui numeri, ma stiamo cercando di migliorare sulla mediazione tra la divulgazione storica e il coinvolgimento della massa: il programma comprende anche visite guidate sulle tracce longobarde della città e banchi didattici, e la presenza di gruppi di rievocazione di un certo livello come i Fortebraccio Veregrense di Montegranaro e la Gens Langobardorum di Salerno, e, quest’anno, anche i Friulani di La Fara. In questo modo, cerchiamo anche di creare rete tra le varie associazioni che in Italia si occupano di Longobardi, di anno in anno sempre di più. Inoltre, quest’anno abbiamo avuto come ospite d’onore la storica e scrittrice lombarda Elena Percivaldi, che ha tenuto un interessante intervento sui Longobardi alla Rocca dei Rettori.»

Naturalmente, una manifestazione che coinvolga tutta la città ha bisogno di risorse, fondi, appoggi. E il trovarli sembra essere uno dei problemi cronici dei gruppi di rievocazione storica, come ci racconta lo stesso Alessio Fragnito: «Essendo una manifestazione partita dal basso, Benevento Longobarda non è vista nemmeno tanto bene dalle istituzioni. Aggiungo che è autofinanziata quasi per intero, con mezzi quali il tesseramento dei soci, il crowdfunding, l’aiuto di sponsor privati, iniziative come la scramacard (una carta che permette ai turisti presenti in città durante la rievocazione storica di usufruire di diversi servizi e agevolazioni anche per alberghi e ristoranti), e soprattutto la vendita di alimenti e bevande nel corso della manifestazione. Quest’anno per la prima volta abbiamo avuto per la prima volta il cortile della Rocca dei Rettori, il cuore del centro storico di Benevento. Per fortuna la città risponde sempre molto bene all’evento, e oggi, se si chiede in giro, è la manifestazione preferita dai Beneventani, attesa per tutto l’anno.»

Scorrendo il programma dell’evento, salta particolarmente agli occhi l’ampio spazio dedicato alle manifestazioni della creatività: spettacoli itineranti, visite guidate drammatizzate, mostre di fumetto; soprattutto musica, tanta musica, anche nei momenti più inaspettati. La vediamo sbucare ad esempio tra i banchi didattici con gli strumenti antichi dei Fortebraccio Veregrense, che con il loro progetto Winileod, tentano di ricostruire le sonorità dell’Alto Medioevo, creando strani ibridi come “Ballata rap del principe Arechi”.
Ma ci sono stati anche i concerti serali, con gruppi di vario tipo, come gli Odor Rosae di Grottaglie (Taranto), e gli irpini Emian Paganfolk, ensemble di musica celtica tutto campano, le cui armonie ancestrali, nordiche e mediterranee insieme, sono valse loro la vittoria al Montelago Celtic Festival di quest’anno.
Abbiamo raggiunto l’arpista e voce del gruppo, Anna Cefalo.
«È il secondo anno che rinnoviamo il nostro appuntamento con Benevento Longobarda, grazie ad Alessio Fragnito che ci “abbordò” in occasione proprio di un nostro concerto all’Arco Romano, – spiega la musicista di Monteforte Irpino. – Lui ci propose di inserirci negli spettacoli a margine della manifestazione e noi acconsentimmo, anche se ci tenemmo a spiegare fin dall’inizio che noi non siamo musicisti filologici, piuttosto uno sguardo del presente sul passato. E dobbiamo davvero fare i complimenti all’organizzazione: hanno sempre provveduto loro a tutto, noi abbiamo dovuto solo montare i nostri strumenti sul palco. Quest’anno abbiamo perfino avuto uno spazio di tutto rispetto, e l’accoglienza da parte dei Beneventani è stata molto calorosa, i nostri due concerti del venerdì e del sabato erano sempre pieni.»

Insomma, gli Emian sono rimasti molto colpiti dall’atmosfera, e non solo come musicisti:
«Personalmente, sia da interna sia da esterna, ho trovato una bella manifestazione, ben organizzata e che ha il merito di tenere viva la città di Benevento e i suoi monumenti, – continua Anna Cefalo. – Abbiamo approfittato dei nostri momenti di pausa per fare un giro qua e là, e devo dire che non c’e stato modo di annoiarsi: penso che rispetto all’anno scorso sia migliorata di molto, non c’erano “tempi morti” ed è stato dato molto spazio all’espressione creativa. Ci sentiamo legati agli amici di Benevento Longobarda non solo dal condividere la stessa terra, ma anche la passione, quella che mettiamo nel nostro lavoro. E noi siamo sicuri che questo legame ci unirà anche l’anno prossimo.»

Forse è proprio questa la parola chiave: la passione. È questa ad attizzare le forze per far fiammeggiare una iniziativa come questa, partita interamente dal basso e che in alto fatica a trovare appoggi. È questa ad unire tra loro modi di raccontare una stessa storia apparentemente così diversi tra loro. Ed è questa a far sì che duri nel tempo.

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