Michele Klesyk, rievocatore per lavoro!

A cura di Susanna Tartari

Nel mondo della Rievocazione Storica, sono molti coloro che, oltre a vestire abiti storici, si dilettano nell’artigianato. Per Michele Klesyk, tutto questo è diventato  un lavoro e visto che, negli ultimi tempi, qualche rievocatore ha sollevato l’argomento, quale miglior cosa se non farmi raccontare questa magnifica esperienza?

Michele, se non vado errato, tu ti definisci prima di tutto un rievocatore, ma quando hai iniziato ad intagliare il legno?
«La passione per il legno è sempre stata dentro di me. Da piccolo, vivevo in mezzo alla natura selvaggia: i boschi, i fiumi ed i prati infiniti della Polonia del sud-est erano la mia casa. All’età di 8 anni, costruii un rifugio su un albero fatto con i tronchi. Fu la prima cosa che realizzai.»

Possiamo dire che sei nato con una dote e che questa non ti ha mai abbandonato?
«Si: anche quando mi trasferii in Italia, passavo il mio tempo libero a costruire qualcosa di piccolo con pezzi di tavolette recuperate in giro. Mi dispiaceva buttarle via, perché  in quei pezzi di legno ci vedevo sempre qualcosa.»

Passano gli anni e, dopo aver fatto svariati lavori, la crisi si fa sentire e Michele non trova più lavoro. È in questo momento che la tua vita ha una svolta…
«Il lavoro non si trova, in famiglia siamo in quattro, e dunque ciò che per me era solo una passione diventa un vero lavoro. Divento un artigiano. La prime cose che mi vengono in mente, grazie anche all’ispirazione dettata dai miei figli, sono spade e scudi e partecipo ad alcuni mercatini dell’artigianato per ricavare qualcosa per tirare avanti»

Nel 2013 arriva l’incontro con la Rievocazione Storica:
«Riesco a partecipare ad una rievocazione storica vicino casa, a Fossanova, vicino a Latina. Non sapevo ancora come funziona, ma lì ho conosciuto Raniero Mariotti, rievocatore di vecchia data e, grazie a lui e alla sua generosità nel tramandarmi esperienza, ho scoperto come poter partecipare agli eventi. Gli sarò per sempre grato, perché lui mi ha introdotto nel mondo della storia. Da quel momento, tutto ciò che dormiva dentro di me si e svegliato e con essa la ricerca del mio mestiere di falegname.»

Nel tuo profilo facebook vedo anche oggetti in metallo. Sei sempre tu l’autore?
«All’inizio, mi dedicai completamente alla ricostruzione del mio mestiere del falegname, partendo proprio dagli attrezzi: tavolo da lavoro, casse portattrezzi , panche, tavoli,  il banco storico , sempre più fedelmente ricostruiti in base all’iconografia che man mano riuscivo a visionare, grazie anche agli amici Monica Ugoccioni (Momo Girfalco su FB) e Pietro Barsotti (Ars Balistarum). La necessità di avere cerniere e altri generi di rifiniture in ferro mi ha obbligato non solo a studiarne forme e grandezze, ma a decidere  di realizzarle da me.»

Tante epoche differenti e tanti amici rievocatori che ti hanno trasmesso passione e conoscenza. Dal tuo racconto percepisco passione, gioia e desiderio di condivisione. Vuoi parlarmi di altri amici con cui condividi l’amore per la RS?
«Si, volentieri. Con il caro amico Manolo Bellocchi, un appassionato fabbro, ho partecipato a qualche evento multi-epoca e poi mi ha chiesto di far parte della sua associazione dedicata ai mestieranti antichi, “Opificium”.  E ancora Filippo Masci, rievocatore legionario del II secolo aC. con cui, nell’ottobre 2016, ho partecipato ad un evento su un’area archeologica di Lanuvio, dove abbiamo rievocato  il Contubernio (un supporto della legione romana repubblicana formata da 8 legionari autonomi). Esperienza magnifica che ci ha fatto decidere di formare l’associazione culturale “Officina Romana Para Bellum”.»

Quanto mi racconti è davvero interessante, ma ora vorrei sapere come concili passione, lavoro e famiglia…
«Sono riuscito a coinvolgere mia moglie Daniela e i miei due figli, Marco, di 13 anni e Claudio, di 17; devo dire che, grazie a loro, ho potuto cimentarmi nella sartoria.  Anche in questo settore, inizio dalla ricerca delle fonti per scegliere tessuti, colori e forme. Confesso che il modo di poterli cucire mi impegna parecchio, ma, non avendo fondi economici stabili, devo per forza affidarmi alle mie forze e capacità manuali; inoltre costruisco cinture, fibbie, fibule, coltelli, qualche fodero in cuoio e le rifiniture in ottone e rame. Potete vedere tutto ciò nelle fotografie che pubblico sulla pagina FB Lignarius

Da quanto mi hai raccontato, emerge che si può davvero vivere facendo il rievocatore di professione. Cosa ne pensi della RS in Italia e quali consigli vorresti dare a chi si avvicina ora a quest’arte?
«Ciò che posso dire della rievocazione storica in Italia è che sono pochi i gruppi che cercano veramente di Rievocare, impegnandosi nello studio e nella ricerca per poter trasmettere poi attraverso la didattica e solamente attraverso il contatto visivo la Qualità. Il consiglio che posso dare a chi inizia e vuole diventare un rievocatore di qualità è di studiare e documentarsi prima di realizzare o acquistare il proprio corredo di rievocatore.»

Immagino che anche dalle tue parti si svolgano delle rievocazioni storiche. Tu e la tua famiglia venite coinvolti?
«Nella zona dove vivo si organizzano alcuni eventi di rievocazione storica, ma chi organizza non si avvale di persone con esperienza e sceglie chi costa meno o chi, addirittura, si propone gratis. Questo a discapito della qualità. I fondi destinati alla cultura ci sono, ma non si vedono lì dove dovrebbero.»

Siamo giunti al termine di questa intervista, che, confesso, mi ha entusiasmata parecchio; vorrei che ci salutassimo con un tuo pensiero…
«L’essere artigiano bisogna sentirlo dentro di sé, perché L’Artigiano è chi crea l’Arte, e l’arte vive dal cuore e dall’anima, altrimenti è solo un lavoro. Grazie di cuore a tutti quelli che dedicheranno una parte del loro tempo a leggere le mie umili parole.  Chiedo perdono a tutte le persone che mi conoscono e che non ho nominato, ma sappiate che siete sempre nei miei pensieri.»

Senz’altro, Michele Klesyk è nato con una dote che sta mettendo a frutto nell’ambito della RS. Una dote che da semplice passione è stata trasformata in lavoro. La strada è ancora lunga da percorrere, perché in Italia, la rievocazione storica è un’arte ancora percepita nell’ambito del volontariato e molte amministrazioni pubbliche non danno il giusto valore, ma sono certa che molti altri come Michele, stanno pensando di far diventare il loro hobbie una professione e noi di Rievocare li andremo ad incontrare e vi racconteremo la loro storia.

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