La moda italiana del Trecento in Svezia

Una rievocatrice italiana alla battaglia di Visby

A cura di Federica Garofolo
Fotografie  di Anna Attiliani e Merry Swan

Ormai il suo blog, Tacuinum medievale, è diventato un punto di riferimento soprattutto per le rievocatrici che si occupano di taglio e cucito trecentesco: la ventiseienne Anna Attiliani, laureata in Filologia Classica, membro del giovane gruppo Civitas Alidosiana di Imola, la scorsa estate ha aggiunto un’esperienza niente male al suo curriculum rievocativo.

La sua presenza alla “Battle of Visby” sull’isola di Gotland, in Svezia, tenutasi dal 7 al 13 agosto, cui ha contribuito con una conferenza sulla moda italiana nel XIV secolo. Si tratta della rievocazione della battaglia di Visby, in cui nel 1361 l’esercito del re Valdemaro IV di Danimarca ebbe ragione delle città della Lega Anseatica, inserita però in una settimana di immersione totale nel Trecento scandinavo, con tanto di conferenze di rievocatori e laboratori.
«In realtà la mia attività è nata sia dall’interesse verso il Trecento italiano sia dal desiderio di realizzare da sola i miei abiti di rievocatrice, – si schermisce Anna. – Il blog è nato per diffondere e divulgare quello che avevo appreso nelle mie letture e nelle mie ricerche; per questo ho deciso di tradurre i miei articoli anche in Inglese, perché fossero accessibili anche ad un pubblico più ampio, e non solo italiano.»

Tra gli articoli, hanno avuto particolare successo le “Campfire Chats“, ovvero le “Chiacchiere intorno al fuoco”, interviste a rievocatrici italiane e straniere che si raccontano; e, in uno di questi, datato all’ottobre 2014, spicca proprio il nome di Maria Neijman, responsabile della rievocazione Visby.
«Ho conosciuto Maria e suo marito Thomas proprio a Visby, nell’estate del 2013, – rivela Anna. – Il nostro è stato praticamente un colpo di fulmine: loro sono rievocatori di altissimo livello, che vivono la ricostruzione con il massimo del rigore, come io la vorrei. Quella settimana trascorsa a Visby fu davvero rivoluzionaria per me, perché potei confrontarmi con gente che ha tutto un altro modo di vedere la rievocazione rispetto agli Italiani. Soprattutto Svedesi e Finlandesi sono aiutati dal fatto che le attività artigianali fanno parte del loro insegnamento scolastico, e dunque a loro non sembra affatto esagerato ricostruire un abito letteralmente da zero, dal filare il lino o la lana per il tessuto che lo comporrà.»

Questo però è stato solo l’inizio: «Da allora ci siamo tenute in contatto, e, nel febbraio del 2015, Maria e la finlandese Mervi Pasanen vennero a loro volta in Italia per tenere un laboratorio sulle tecniche medievali di taglio e cucito cui parteciparono ben quindici persone. Il successo di quell’esperienza, e l’interesse da parte di Maria per ciò di cui mi occupavo e che riportavo nei miei articoli, fece nascere l’idea di una mia conferenza sulla moda italiana del Trecento da tenere a Visby, per confrontare il nostro contesto con quello scandinavo e coglierne sfumature e differenze.»

All’edizione 2016 della Battaglia di Visby hanno partecipato altri gruppi italiani, come la milanese Compagnia di Porta Giovia, che hanno superato la rigorosa selezione degli organizzatori. Anna e il suo fidanzato Francesco erano in rappresentanza del loro gruppo Civitas Alidosiana.
«L’accoglienza è stata eccellente, e non abbiamo riscontrato alcuna forma di superbia nei nostri confronti, – assicura lei. – Anzi, alla mia conferenza, in Inglese, i partecipanti si sono dimostrati molto interessati, pur essendo un pubblico preparato ed esigente. Ho scoperto che i “trecentisti” nordeuropei sono molto attratti dall’Italia, soprattutto per la grande ricchezza di dettagli su cui la nostra arte di quel periodo può contare, di gran lunga maggiore rispetto alla loro, e a particolarità tutte nostre come le leggi suntuarie, effettivamente una vera miniera di informazioni. Per il resto, è stata una bella esperienza anche al livello umano, oltre che un’occasione per rivedere vecchi amici. Io e Francesco eravamo ospiti nell’accampamento di un gruppo finlandese, i Merry Swan, e ci siamo sentiti davvero a casa: abbiamo partecipato a diversi laboratori, organizzato cene tra vicini di campo e, pur essendo stati gli Scandinavi, come sempre, conquistati dalla nostra cucina, anche loro avevano ottime ricette.»

Andiamo dunque in Svezia e raggiungiamo proprio Maria Neijman, rievocatrice di lungo corso che, nel 2010, ha rivoluzionato l’organizzazione della Medieval Week, già esistente da trent’anni, inserendovi il progetto di rievocazione della battaglia di Visby. Oggi è direttrice sia del progetto sia dei laboratori.
«Anna venne a Visby nel 2013, e diventammo subito amiche: ho trovato in lei una bella persona e una rievocatrice dall’ottima manualità, che cerca sempre di migliorarsi e soprattutto disposta a condividere le sue conoscenze. Da allora ci siamo incontrate altre volte: non solo nel laboratorio che io e Mervi Pasanen tenemmo in Italia nel febbraio 2015, ma anche nel luglio dello stesso anno nella rievocazione della battaglia di Azincourt.»

Da notare, tra l’altro che Maria Neijman, insieme alla storica di tessuti Amica Sundström, sta portando avanti una ricerca su un gruppo di tessuti appartenenti ad una collezione privata del centro Italia datata tra il 1470 e il 1540.
«La maggior parte di questi reperti è composta da abiti scartati e tessuti d’arredamento: alcuni pezzi in particolare potrebbero addirittura cambiare il nostro modo di intendere l’abbigliamento a cavallo tra XV e XVI secolo, perché ci dicono come fossero effettivamente usati e rammendati. Sono tessuti che sono stati usati davvero, non provengono da contesti legati alla devozione di santi, come la maggior parte dei reperti tessili medievali giunti fino a noi, e ciò rende questa collezione unica. Nel marzo del 2016, Amica ed io siamo venute direttamente in Italia per analizzare i tessuti della collezione, e Anna ha tradotto in Italiano i risultati delle nostre ricerche. Fu proprio allora che ci venne l’idea di invitare Anna a Visby a tenere una conferenza sulla moda del Trecento italiano, avendo lei grandi conoscenze sulla moda e soprattutto sulle fonti documentarie; lei così poteva aprire anche a noi una miniera di informazioni cui in Nord Europa possiamo accedere solo in minima parte, essendo fonti e pubblicazioni quasi tutte in Italiano.»

E la stessa Maria si ritiene soddisfatta, dato che all’intervento di Anna, tenutosi nella sala conferenze di un albergo di Visby, erano presenti trentacinque persone; tutti si sono dimostrati molto impressionati e interessati, e Anna si è guadagnata la fama di esperta in materia.

Ma, a parte Anna, che ne pensa una rievocatrice di vasta esperienza come Maria della Storia Vivente italiana?
«La differenza più macroscopica è che i rievocatori italiani hanno fonti diverse da quelle che abbiamo in Nord Europa: dunque noi a volte rimaniamo sorpresi di vedere, entrando nei loro campi, un altro mondo nella stessa epoca, soprattutto per quanto riguarda l’abbigliamento. Gli Italiani possono disporre di una gran varietà di fonti, sia scritte sia iconografiche: questo perché i pittori italiani del Trecento dipingevano spesso quello che effettivamente vedevano, a differenza dei nostri. Per il resto, non ho trovato nei gruppi italiani difetti maggiori di quanti ne trovi in qualunque altro gruppo di rievocazione storica: quando si viaggia e si incontrano altri gruppi, si scopre una varietà molto maggiore di quanta ce ne sia nel proprio gruppo, e la visuale diventa molto più ampia. Di tanto in tanto si incontra gente che copia dagli altri piuttosto che andare a verificare direttamente le fonti; questo però non è tipico solo dei gruppi italiani, ma si ritrova qua e là in tutti i gruppi di rievocazione storica.»

Per quanto riguarda la ricerca di Maria e Amica sulla collezione di tessuti, per il momento non si sa dove porterà: si spera ad una pubblicazione. Intanto, i primi risultati si possono leggere sul blog Historical Textiles, gestito dalle due ricercatrici svedesi, e tradotti in Italiano da Anna Attiliani.

http://tacuinummedievale.blogspot.it/
http://historicaltextiles.org/

 

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