Un progetto per quattro rocche

Rievocatori in prima linea per un nuovo concetto di museo
Per la serie “Rievocatori e castelli, parte II”

Di Federica Garofalo

Saranno visitabili ancora per qualche anno le mostre coinvolte nel progetto “Borghi, Rocche e Castelli”, piano interregionale che comprende quattro borghi tra Marche e Romagna e che punta a valorizzare le rocche legate alle due grandi famiglie dei Malatesta e dei Montefeltro, centrali nella storia italiana tra XIV e XV secolo.

Un progetto, è bene sottolinearlo, gestito interamente da rievocatori in collaborazione con le amministrazioni locali, nello specifico dal gruppo Ars Balistarum di Urbino presieduto da Pietro Barsotti. Siamo andati a trovarlo. «Il mio gruppo collabora da anni con le amministrazioni locali, – ci spiega. – Il nostro intento è proprio di dare il rilievo che meritano alle quattro rocche coinvolte in questo progetto, quelle di San Leo, Verucchio, Montefiore e Urbino, e di farlo attraverso mostre che evochino i due personaggi di maggior rilievo passati per questi luoghi, Sigismondo Malatesta e Federico da Montefeltro, ma anche la vita quotidiana fra Trecento e Quattrocento. Abbiamo legato le quattro rocche con una rete, intitolata appunto “Una rocca tira l’altra”, che prevede un biglietto unico per tutte. La risposta del pubblico è stata buona, grazie soprattutto alla pubblicità reciproca; grazie a questa rete abbiamo fatto conoscere questi luoghi a della gente che non le avrebbe conosciute altrimenti».

Non si poteva non partire dal forte di San Leo, in provincia di Rimini, roccaforte storica dei Montefeltro, originari proprio delle vicinanze, come indica il nome (da Mons Feretri); e proprio alle origini vuole risalire la mostra ivi ospitata, “Federico e Sigismondo: i simboli della rivalità”. «La mostra racconta appunto le origini delle due famiglie, – racconta Pietro, – a partire dai versi che dedicano loro Dante e Giovanni Sanzio, il padre di Raffaello, fino all’araldica, testimonianza visibile della rivalità tra i Malatesta e i Montefeltro. La mostra ospita delle nostre riproduzioni, ma ogni oggetto della mostra è realizzato con tecniche quattrocentesche.»

La Rocca Malatestiana di Verucchio, sempre in provincia di Rimini, è invece interamente riallestita con un “look” che richiama il periodo tra il 1440 e il 1470. «L’allestimento si articola su tre livelli, ognuno dei quali abbiamo voluto dedicato ad un nucleo tematico, – ci dice Pietro: – il primo è riservato alla cucina e al cibo, il secondo all’abitare in generale e il terzo alle armi. In particolare abbiamo scelto di raccontare la cucina quattrocentesca mostrando (finte, ovviamente) le pietanze preparate in occasione del matrimonio tra il figlio di Sigismondo Malatesta, Roberto, e la figlia di Federico da Montefeltro, Elisabetta, celebrato nel 1475; inoltre, sempre al primo livello, abbiamo voluto una sezione dedicata a vetri e ceramiche accostando i frammenti che ci sono pervenuti alla ricostruzione dei pezzi originali con le tecniche antiche. In questo periodo si parla tanto di “realtà aumentata”: ecco, noi l’abbiamo creata in modo materiale.»

Un vero e proprio viaggio nel tempo è possibile attraverso la mostra “Medioevo Quotidiano” ospitata nella Rocca Malatestiana di Montefiore Conca, sempre in provincia di Rimini. «Abbiamo in pratica riarredato la rocca immaginando come avrebbe potuto essere tra il XIV e il XV secolo, – spiega Pietro: – abbiamo ricostruito nei particolari la cucina, la sala da pranzo, la camera da letto e la sala baronale, con mobilio, suppellettili e stoffe d’arredamento. Tutto realizzato interamente da noi di Ars Balistarum

Un discorso a parte merita la Fortezza Albornoz di Urbino, per due ragioni che Pietro Barsotti elenca con particolare soddisfazione: «Intanto ospita una mostra permanente sulle armi da fuoco e sulle macchine da guerra ricostruite a partire dai disegni di Francesco di Giorgio Martini e di Leonardo; e poi la rocca è gestita direttamente dal gruppo Ars Balistarum, grazie a un bando che abbiamo vinto.»

Già, perché, dallo scorso luglio, la rocca di Urbino è una delle poche realtà museali in Italia gestite da rievocatori.

Un museo che il gruppo Ars Balistarum intende trasformare in una realtà innovativa, grazie anche ai rapporti con l’Università, come spiega nei dettagli Pietro: «Oltre alla mostra permanente nelle sale, che vogliamo migliorare sempre di più, la rocca conterrà un parco tematico dedicato proprio a Francesco di Giorgio Martini e a Leonardo. Ospiteremo giornate tematiche dedicate alla ricostruzione storica, presentazioni di libri, conferenze e rappresentazioni teatrali, nonché collaborazioni con l’Università.»

Un’idea molto “imprenditoriale” della rievocazione quella di Ars Balistarum, simile a diverse realtà del Nord Europa. «Il segreto è essere più autonomi possibile, – sottolinea Pietro: – le pubbliche amministrazioni in generale investono pochissimo, dunque bisogna trovare forme di autofinanziamento. L’allestimento è praticamente a costo zero perché lo costruiamo direttamente noi, senza avere artigiani esterni da pagare; e questo ci permetterà, nella manutenzione della rocca, di reinvestire i soldi dei biglietti per migliorarla, come vari musei in Europa ormai fanno da tempo.»

Il caso degli Ars Balistarum è dunque la dimostrazione che non solo i ricostruttori storici possono interagire con successo con musei e monumenti, ma che possono, a partire da questi, dar vita a realtà completamente nuove.
Basta dare loro fiducia.

Condividi questo articolo