…sulla Rievocazione Storica

“Luca Arlotto intervista Susanna Tartari”

Susanna Foto convegnoDella rievocazione storica ne ha fatto la sua ragion d’essere. Ha lavorato con successo nel campo della moda e dell’arte. Fondatrice della rivista Rievocare, ha partecipato come professionista presso RAI ed altre TV private, oltre che sul set di alcuni film come consulente 

Una carriera prolifica e in profonda ascesa. Come sei venuta a contatto con la “rievocazione storica”? Quando hai capito che fosse la strada da perseguire?

Potrei dire che è Lei (la rievocazione storica) che è venuta a me. Feci un colloquio con una casa editrice che pubblicava riviste a carattere storico che mi propose di assumermi la responsabilità di far tornare in edicola una rivista dal titolo “Costume”. Quella rivista parlava esclusivamente di Rievocazione Storica e mi riportò alla mente le bellissime serate che trascorrevo nei castelli trentini: accettai l’incarico e la “sfida”. Da lì ad innamorarmi della materia ci misi poco… bastò recarmi ad una manifestazione per raccogliere materiale fotografico e redazionale. Eravamo a Bologna presso il Museo del Memoriale che all’epoca organizzava History Show, dovevamo raccogliere più materiale possibile tra foto e interviste. Ci trovammo a lavorare sotto la pioggia e io tornai a casa piena di fango in entrambe le giornate, ma con il cuore gonfio di gioia per quanto avevo visto e sentito dai racconti dei rievocatori.

 

Il tuo nome è legato a “Storia in Fiera” una fiera che nasce da una fiera del 2008 “Re-enacting Festival”.

Il mio nome è legato prima di tutto a RIEVOCARE, il bimestrale che ho prodotto per 9 numeri, dal 2005 al 2008 e da cui sono nati svariati progetti. Uno di questi è stata la Fiera dedicata alla rievocazione storica. Nel 2006 e 2007 a Torino, ho inserito la tematica nel contesto della “Regal Torino”, ho portato poi il progetto a Ferrara nel 2008 con il titolo “Re-enacting Festivale”. E’ nel 2010 che nasce la prima vera fiera dedicata alla rievocazione storica. “Storia in Fiera” raggruppava nei 6 padiglioni del quartiere fieristico di Ferrara, tutte quelle realtà che operano nel settore, ad iniziare dai Gruppi storici (associazioni che si occupano di rievocare), alle Pro loco, agli artigiani per finire ai Comuni che sostengono tali eventi. Nei due giorni della fiera venivano realizzati circa 50 spettacoli.

 

Un trend in crescita, relativamente al concetto di “costume storico”, mediante la mise-en-place, cinematografica e televisiva, di film/fiction di ambientazione storica?

Vi fu un crescendo negli anni delle fiction storiche, fenomeno ben supportato dal Sannio Film Festival con cui ho collaborato per tre anni. Gli anni in cui presentammo l’albo “Rievocatori per il cinema”. Questo ha fatto sì che alcuni Gruppi storici siano poi stati coinvolti nelle riprese di film, fiction documentari. Non che prima non accadesse, ma diciamo che dal 2005 in poi, io cercai di far onorare il lavoro dei rievocatori attraverso un compenso e il nome delle loro associazioni nei titoli di coda.

 

Dal punto di vista demo-etno-antropologico qual è il valore della rievocazione?

Non è facile parlare di questo in poche righe, diciamo che la rievocazione storica è parte importante della vita dell’essere umano. Si rievoca in vari modi; attraverso la scrittura, il teatro, il cinema e il rimettere in scena la storia nelle piazze, nei castelli, nei palazzi, ecc. Nell’antica Roma si mettevano in scena grandi spettacoli per “rievocare” le gesta dei generali o degli imperatori che ottenevano successi nei territori che via via andavano a conquistare. Lo si faceva per raccontare al popolo la magnificenza e la forza di Roma. Nei secoli si sono aggiunti vari modi di mettere in scena la storia ed oggi potremmo suddividere ciò che chiamiamo RIEVOCAZIONE STORICA, in tante sotto materie; dai giochi storici, alle rappresentazioni della passione, ai carnevali storici, fino alla RIMESSA IN SCENA di spaccati storici ricostruiti seguendo le fonti. Alcuni esempi sono la Battaglia di Hastins o la Battaglia di Austerlitz. Importanti, a mio punto di vista, sono quegli eventi – ancor poco studiati – dove in un unico corteo o rappresentazione raccontano la storia di un popolo, come la “Sfilata dei Turchi” a Potenza.

 

Un intenso lavoro da parte tua, fervente passione ma anche tante difficoltà? Quali se ce ne sono state?

Questo è un lavoro che fai solo se ami la materia perché implica sacrificio e dedizione. E’ un lavoro che ti porta spesso in viaggio, lontana dalla famiglia. Un lavoro che obbliga a studiare molto e ad avere rapporti consolidati con storici, archeologi e/o altri esperti nel campo culturale. All’inizio era difficile anche entrare in un archivio storico in quanto non capivano cosa fosse questa rievocazione storica. Difficile tutt’ora è far comprendere agli apparati istituzionali quanto sia importante poter creare un evento a carattere rievocativo SERIO. Spesso gli amministratori pubblici vedono quest’ arte (con la A maiuscola) come una “baggianata” – passatemi il termine – utile solo a far contento il popolo. Ma non è così!!

 

In riferimento ad arte, cultura e storia, cosa caratterizza il nostro Paese rispetto al resto del mondo? La rievocazione storica è un fenomeno tutto italiano?

Domanda a cui potrei risponderti così; “Il nostro Paese E’ Cultura, E’ Storia, E’ Arte. L’Italia è “pregna” di tutto questo. Forse lo sono meno gli italiani. Tornando alla Rievocazione storica, come ti dicevo, gli antichi romani amavano rievocare, ma ciò che noi cerchiamo di fare oggi, non ha nulla a che vedere con i grandi spettacoli da loro messi in scena. Pensa solo alle Naumachie (battaglie navali). La rievocazione come la vediamo oggi arriva da un fenomeno più europeo, tant’è che ancor oggi alcuni rievocatori amano definirsi re-enactors ed etichettano gli eventi Living History. I giochi storici (per intenderci Giostra del Saracino o Giostra della Quintana) invece, sono spettacoli costruiti attorno all’inizio del ‘900 proprio in Italia. Infatti, gli sbandieratori italiani vengono chiamati ad esibirsi all’estero. Tornando all’arte, alla cultura e alla storia, proprio poche settimane fa ho scritto un pensiero a riguardo perché molte volte mi sento dire “ma di quante cose ti occupi”!!! … Ecco, io non mi occupo di molte cose ma di una cosa sola, la VITA, di cui ho la vera ragion di ESSERE. Non c’è vita nell’essere umano se non c’è Cultura, Arte e Storia.

 

In Basilicata hai assunto la direzione artistica del Presepe Vivente nei Sassi di Matera. Cosa ti ha spinto a percorrere gran parte dello stivale per affrontare un percorso artistico in Lucania?

Il mio rapporto con la Lucania (come amo chiamarla), a Potenza per la precisione, è iniziato nel 2009 quando venni invitata a tenere una relazione sulla Rievocazione Storica nell’ambito del Volontariato. Lo stesso sindaco di Potenza mi chiese poi di studiare la “Sfilata dei Turchi” e di redigere una relazione perché, a sua detta, voleva apportare un restauro dell’evento con conseguente apertura di laboratori artigianali atti ad iniziare la realizzazione di manufatti legati all’evento (abiti, accessori, scenografie, ecc.) che avrebbero dovuto essere di patrimonio della città . Fu un’esperienza non propriamente positiva per alcuni aspetti che mi permise di conoscere un territorio a me ancora sconosciuto e da cui mi feci conquistare. Venni spesso in Lucania per svariati incontri culturali, non ultimo un convegno a Policoro nell’estate 2013, poi mi chiamarono da Matera per il Presepe Vivente. Sono felice di essere il Direttore artistico del più grande Presepe Vivente al mondo e in una città come Matera. Nel mio primo anno di direzione è stato aggiunto un percorso di 3 km animato dall’associazione “Gruppo Storico Romano” ed è stato curato l’aspetto ricostruttivo del presepe che viene realizzato nell’area del Sasso Caveoso, la parte più arcaica di Matera.

 

“Estratto dell’intervista pubblicata a Marzo 2014 sul portale ISTINTO DIGITALE”

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