“Principatus Salerni”, una scrittrice racconta

a cura di Federica Garofalo

Longobardi per l’Italia, parte 3

Per raccontare questa manifestazione, che ci porta a Salerno, in piena Langobardìa del Sud, cediamo la parola a Tina Cacciaglia, scrittrice napoletana naturalizzata salernitana, autrice del racconto di ambientazione longobarda “Gemma”, incluso nell’antologia “La Corte Nera” edito da La Runa (Padova, 2013), vincitrice di diversi premi tra cui il recente Premio Letterario d’Antonio a Rocca San Giovanni.

Per una persona come me che da sempre ama lo studio della storia e che da questa materia trae spunto per i propri romanzi, la partecipazione il 13 e 14 giugno scorso a Salerno per la ricostruzione storica di: ”Principatus Salerni: l’assedio saraceno”, è stata ovviamente un piacevole obbligo. Durante le due giornate l’associazione Gens langobardorum ha offerto alla città e ai visitatori con la collaborazione delle associazioni Fortebraccio Veregrense, Imperiales Friderici II e Benevento Longobarda, una ricostruzione fedele della vita longobarda ai tempi del principe Guaiferio e la narrazione dell’assedio che Salerno subì nel 871- 872 a opera dei saraceni. Per cui accanto a spaccati di vita longobarda sono stati ricostruiti anche un accampamento saraceno e i banchi di mercato.

La cosa che ha colpito immediatamente me e credo ogni visitatore è una ricercatezza dei costumi, che nulla lasciava al caso. I pregiati ricami delle vesti longobarde rivaleggiavano con i preziosi tessuti di quelle saracene.
Due giornate intense dove, bisogna dirlo a merito degli organizzatori, nulla era stato tralasciato e dove era impossibile annoiarsi. Le ore scorrevano piacevoli in una serie di attività medievali cui il visitatore era chiamato a partecipare. A cominciare dal mercato, dove era possibile parlare e provare gli antichi rimedi che una medica longobarda con garbo spiegava mentre mostrava gli antichi arnesi della chirurgia dell’epoca. Di lato a lei un monaco stilava frasi e parole con antica grafia, utilizzando pennini e inchiostri nati da misture di polveri sapientemente miscelati secondo antiche ricette. E poi banchi su cui antichi oggetti di uso comune si alternavano a tessuti in cui trama e ordito davano vita a disegni e a damaschi setosi di rara fattura.
Sul lato opposto, la grande tenda saracena, accoglieva i visitatori con la ricchezza dei suoi tappeti, dei cuscini, del basso mobilio prezioso di intarsi e di decori. A poca distanza gli scudi, le lance, le spade saracene erano esposte agli occhi dei visitatori, pronte alla prossima battaglia.

Due sono state le attrazioni che mi hanno particolarmente catturata: tra i vari banchi del mercato c’era una tavolo di legno con al lato due panche, dove un longobardo invitava il pubblico a provare a imparare antichi giochi su scacchiera. E io, quale scacchista da sempre abituata ad avere a inizio partita una parità di pezzi bianchi e neri, mi sono ritrovata a giocare con un unico pezzo contro tanti. Un gioco intenso, logico, di strategia. Una partita e un’esperienza piacevole. Dall’altro lato del larghetto del tempio di Pomona si poteva tentare il tiro con l’arco, anche lì ho voluto provare a tenderlo e a lanciare una freccia. Paziente un longobardo accompagnava e istruiva quanti volevano cimentarsi nell’impresa. Spiegava come alzare il braccio, sollevare il gomito, tendere, reggere la freccia tra le dita, scoccarla.

All’interno del Tempio di Pomona, la reggia del principe Longobardo con il suo trono. Di lato delle foto e su di un telone da proiezione il tesaer del film ambientato nella Salerno Longobarda “Gemma”. Per me scrittrice era emozionante vedere prendere corpo e muoversi proprio i personaggi nati dalla mia penna appena un anno fa. Il mio racconto che prende vita sullo schermo è un’emozione davvero che non oso descrivere.
Quando inizia la rievocazione dell’assedio è bellissima da vedere. A scene teatralizzate si alternano duelli e battaglie. Longobardi contro Saraceni, e nel saluto finale i Saraceni con spade e lance caricano il pubblico che resta interdetto, lievemente spaventato e piacevolmente stupito.
Due banchi del mercato, quello di mescita e quello di assaggio delle antiche pietanze longobarde li ho tenuti per ultimi, perché sono stati fondamentali per accompagnare le ore trascorse nel Principatus Salerni.
Una bella e riuscita manifestazione che se ha avuto una pecca l’avuta in comune con tante altre belle e importanti iniziative che vengono fatte nel nostro paese, quella di una ridotta visibilità e promozione sui media. Ma nonostante ciò l’affluenza di pubblico è stata copiosa e costante, e mi auguro di vedere presto la seconda edizione.

… continua

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