Medieval Experience a Zumelle

A cura di Federica Garofolo
Fotografie  fornite dalla direzione del Castello

Rievocatori e Castelli

È conosciuto come il castello meglio conservato della Valbelluna, al confine tra Veneto e Friuli: nato come presidio romano nel I secolo d.C., il castello di Zumelle, nel Bellunese, divenne nel Trecento la residenza della famiglia da Camino, signori del Trevigiano. Restaurato negli anni ’60 e negli anni ’90, dall’aprile 2015, il castello e relativo parco ha di nuovo riaperto i battenti dopo un lungo periodo di chiusura, ma in una veste molto particolare: un vero e proprio parco tematico, nel quale sono stati ricreati gli ambienti del villaggio e del castello come dovevano apparire nel suo periodo di massimo splendore, il XIV secolo. Non solo, si tratta di una struttura ricettiva a tutti gli effetti, con stanze per pernottamento, bar e ristorante.

La gestione è stata curiosamente affidata ad un gruppo di ricostruzione storica, i Toscani Sestiere Castellare di Pescia: gruppo nato esattamente vent’anni fa, come racconta il presidente Pierfrancesco Pieri, rievocatore dal 1988:
«Il contesto in cui il gruppo nasce è quello del Palio di Pescia, ma ben presto abbiamo sentito l’esigenza di una ricostruzione più rigorosa rispetto all’ambiente folkloristico in cui eravamo immersi: così siamo partiti in primo luogo dalle fonti, studiando documenti d’archivio toscani e saggi storici, tanto che ne è venuta fuori una piccola biblioteca. Ciò che ci interessava era anzitutto approfondire il discorso delle arti e dei mestieri trecenteschi nel modo più corretto possibile, oltre alla vita quotidiana e in particolare l’abbigliamento: importante in questo senso è stato l’incontro con Sara Piccolo Paci, la cui madre era per giunta sarta alla Ceratelli; per fare solo un esempio siamo stati tra i primi in Italia a riproporre l’argomento dei bagni pubblici medievali, ricreandone uno scorcio. Evidentemente il nostro approccio si è dimostrato vincente, tanto che, con il tempo, i 10 membri iniziali sono cresciuti fino ai 50 di oggi, e siamo arrivati a proporre più di cento manifestazioni l’anno, soprattutto con l’allestimento del Mercato Medievale e del Mercato Rinascimentale; non solo, all’interno del nostro gruppo è cresciuto perfino un servizio catering per cene medievali.»

Tutto questo ha trovato in qualche modo una “casa” nel castello di Zumelle. Ma come è riuscito un gruppo di rievocazione storica ad ottenerne la gestione?
«Semplice, – risponde Pierfrancesco: – abbiamo vinto la gara bandita dal comune di Mel per la gestione di castello, ristorante, bar e parco: e da sottolineare il fatto che garantire lo sfruttamento del ristorante e del bar era conditio sine qua non per ottenere tutto il resto. E noi abbiamo trasformato questo obbligo in una risorsa per noi, presentando un piano di rilancio (da realizzare in due anni per una durata di gestione di 10 anni rinnovabili per altri 10) che comprendeva l’allestimento medievale del castello, realizzato interamente da noi, lo sfruttamento del parco e la trasformazione del ristorante in una taverna medievale. Il risultato è stato ben al di sopra delle nostre aspettative, in termini di affluenza e di gradimento del pubblico.»

Sorge però una domanda: una struttura ricettiva ha delle esigenze sue proprie, che non sempre coincidono con il rigore storico, obiettivo primario di un gruppo di Storia Viva. Come si riescono a conciliare questi due tipi di esigenze?
«Spesso scendere a compromessi è inevitabile, soprattutto se si parla del ristorante: esistono delle regole igienico-sanitarie molto severe su questo punto, cui noi dovevamo adeguarci per forza per non rischiare una denuncia; ad esempio, di bicchieri di terracotta non era nemmeno il caso di parlarne, abbiamo dovuto utilizzare quelli in vetro. Se andiamo poi al discorso del parco, realizzare manifestazioni di altro tipo che prescindano dal Medioevo (come il Villaggio di Babbo Natale o il Castello di Harry Potter) è purtroppo un’esigenza di carattere economico, dato che le manifestazioni di carattere medievale stanno avendo un calo di gradimento, forse per il loro eccessivo inflazionamento. L’idea, però, rimane quella di far conoscere il castello di Zumelle a prescindere dal tema delle manifestazioni che vi si tengono, e le 25000 presenze che abbiamo totalizzato in un anno qualcosa vorranno dire.»

La ricetta dei Sestiere Castellare per Zumelle è dunque quella del turismo emozionale, approccio ideale per un luogo suggestivo anche dal punto di vista paesaggistico, incastonato tra le montagne. Particolarmente interessante è in questo senso l’opzione che costituisce il loro asso nella manica, quello che viene chiamato Medieval Experience, diffusa soprattutto in Gran Bretagna. Pierfrancesco Pieri ci spiega di cosa si tratta:
«È la possibilità di trascorrere una giornata intera all’interno del parco come un rievocatore a tutti gli effetti: una sorta di viaggio nel tempo, in cui il visitatore ha la possibilità di indossare un abito trecentesco, partecipare alle nostre attività e partecipare ai nostri corsi di arti e mestieri medievali, e scegliere se pranzare o no in taverna. Noi cerchiamo di rendere questa opzione il più fruibile possibile mantenendo un prezzo contenuto (20 euro, 15 per i bambini), ma ovviamente si tratta di un tipo di esperienza concepita per i piccoli numeri di visitatori, fino al massimo ad un centinaio di persone. Per i numeri più grandi ci sono gli eventi come la Fiera della Perdonanza a luglio, a tutti gli effetti il grande evento medievale del castello, per il quale l’anno scorso abbiamo raggiunto le mille presenze.»

Anche se le esigenze di rigore storico, dunque, a volte devono cedere il passo a quelle di budget, l’esempio di Zumelle dimostra che, se si hanno le idee chiare, con la cultura (e con la rievocazione) si può “mangiare”.    

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