“Laumellum”: il coraggio di cambiare

a cura di Federica Garofalo
Fotografie di Margherita Guccione

“Longobardi per l’Italia”, parte 4

Per dieci anni è stata una “festa medievale” come tante altre, quella che a Lomello, in provincia di Pavia, ricorda il matrimonio della regina vedova dei Longobardi Teodolinda con il duca di Torino Agilulfo, celebrato proprio lì nel 590.

Poi, in questa undicesima edizione che ha occupato il fine settimana del 19-20 giugno, la scelta coraggiosa, della quale ci dà conto il presidente della Pro Loco di Lomello, Gabriele Prinelli:
«Abbiamo deciso di rendere la manifestazione unica nel suo genere: una rievocazione storica longobarda a tutti gli effetti, il più filologica possibile, con un campo storico più credibile e una rappresentazione quanto meno plausibile. Non solo, dunque, abbiamo chiamato gruppi di rievocazione di alto livello (i Fortebraccio Veregrense, gli Helvargar, L’ARC, Insubria Antiqua e Bandum Freae) ma abbiamo fatto rifare anche gli abiti di tutti i nostri “figuranti”, a partire da quello di “Teodolinda” perché fossero in linea con lo standard qualitativo che avevamo in mente.»

Un lavoro mastodontico per due giorni molto intensi, che hanno incluso, oltre al campo storico con didattica militare e civile combattimenti, un mercato medievale, il banchetto di nozze di Teodolinda, nonché visite guidate al borgo ed un museo itinerante interamente dedicato ai Longobardi.
«In questo modo, abbiamo voluto valorizzare anche il nostro territorio, che conta tesori come il battistero di San Giovanni ad Fontes, le cui origini risalgono al VI secolo; nello sconsacrato oratorio di San Rocco abbiamo inoltre allestito il museo itinerante a cura dell’associazione L’ARC, con riproduzioni di reperti longobardi fatti da loro. Abbiamo scelto, insomma, di mostrare più la vita quotidiana dei Longobardi che il lato marziale. Scelta “controcorrente”, che ci è costata non poca fatica, soprattutto nel trovare i finanziamenti, ma che, a quanto pare, è stata premiata sia dal pubblico sia dalle istituzioni: il Comune di Lomello si è messo a nostra disposizione, abbiamo avuto il patrocinio della regione Lombardia, e la domenica abbiamo avuto perfino il piacere di trattenere il presidente della provincia di Pavia per mezza giornata. Per l’anno prossimo stiamo pensando di ampliare il programma, affiancando all’episodio delle nozze di Teodolinda quello della prigionia di sua figlia Gundeperga, avvenuta sempre a Lomello, oltre che di creare un gruppo di rievocazione stabile che possa fare rete con gli altri gruppi storici longobardi sparsi per l’Italia.»

L’evento è stato curato da Sergio Verna, artigiano e liutaio ormai di fama internazionale e rievocatore “Longobardo” di lunga data.
«Quando ho cominciato ero praticamente una mosca bianca, e sono felice di vedere che, rispetto ad allora, l’interesse per i Longobardi sia aumentato di molto» confida. «Frequentavo la manifestazione di Lomello da un paio d’anni, con il gruppo vichingo di cui faccio ancora parte, e mi ero accorto che questo borgo aveva grandi potenzialità, ed era un peccato non sfruttarle. Così ho cominciato a mettere la pulce nell’orecchio agli organizzatori, e devo dire che si sono dimostrati molto ricettivi. La mia idea era stimolare nel visitatore una domanda: chi erano i Longobardi? Al livello comune non c’è molta informazione al riguardo, dunque suscitare anche un minimo di interesse per me sarebbe stata una grande conquista.»

Per trasformare tutto questo in realtà, però, si è dovuto ripartire praticamente da zero, come ci spiega lo stesso Sergio Verna: «In sé, l’impianto dell’evento non è stato stravolto, anche perché un minimo di canovaccio c’era, ma è stato utilizzato per un discorso non genericamente “medievale” ma longobardo a tutti gli effetti. E la collaborazione della Pro Loco, in questo senso, è stata eroica, e anche i pochi figuranti del posto sono stati disposti a rifare daccapo i propri costumi.»
Un capitolo a parte è stato il “banchetto nuziale di Teodolinda”, una vera e propria cena altomedievale ricostruita fin nei piatti di pane, e adeguatamente condita di musica e di duelli con scramasax.

Tuttavia c’è tanto ancora da migliorare, nonostante il successo di pubblico e di critica.
«La partecipazione è stata molto più corposa rispetto agli altri anni» nota Sergio Verna, «e fatta di persone curiose, che facevano domande, che volevano sapere. Bisogna, però, migliorare l’aspetto della comunicazione, in modo che Lomello diventi un evento centrale nel panorama rievocativo del Nord Italia. Inoltre sarebbe interessante se ogni punto del borgo fosse interessato da un particolare allestimento in un determinato momento delle due giornate, in modo da non lasciare spazi o tempi morti, magari potendo offrire anche spettacoli oltre che didattica.»

…continua

 

Condividi questo articolo